domenica 24 settembre 2017

Bergen 2017 UCI Road World Championships. Elite Uomini.

Ci sono certe foto che spaccano, arrivano dentro, e ti lasciano a pensare e a credere che......
La foto è stata scattata dal CT Davide Cassani alla sua ammiraglia. L'immagine di Michele Scarponi è viva più che mai, va oltre il momento, è nell'eternità, nello spazio infinito, perché un uomo non può morire, ma può solo vivere per sempre. Io ci credo. Michele è tra noi. E l'aquila di Filottrano sembra strizzare l'occhio alla bicicletta di Elia Viviani, il capitano della nazionale italiana. Chissà.........
Saluti ciclistici. 

Viviana usa sul percorso veloce del circuito mondiale, le Lightweight Meilenstein (e sarà l'unico). 

Consiglio nutrizionale post allenamento. Vitamina C.

Durante il movimento fisico prolungato o intenso il sistema immunitario viene indebolito perciò al termine dell’attività fisica assumete vitamina C limone 🍋 altro che birra 🍺. Quindi spremete un limone in un abbondante bicchiere d'acqua e bevete, il vostro organismo vi ringrazierà. Inoltre la vitamina C è ottima per il recupero muscolare. Saluti ciclistici. 




sabato 23 settembre 2017

Exxon Griftek, la prima bicicletta in carbonio.

Era la fine degli anni '70, quando venne costruito il primo telaio in carbonio, con marchio Exxon Griftek, in South Plainfield (U.S.A.). All'epoca risale la produzione del primo telaio per bicicletta da corsa, con tubi in carbonio e congiunzioni in alluminio. La produzione avvenne dal 1976 al 1978, anno in cui venne chiuso lo stabilimento per problemi sindacali. Ecco la verità. I primi modelli vennero costruiti con forcella in acciaio con finiture cromate; gli ultimi esemplari l'avevano verniciata di nero. Venne annunciata la produzione della prima forcella in carbonio, ma la chiusura dello stabilimento, ne impedì la realizzazione. Dopo il telaio con tubi in carbonio prodotto dalla Exxon Griftek, vennero i telai Look e Colnago. Saluti ciclistici. 



mercoledì 20 settembre 2017

La biomeccanica del ciclismo. La difficoltà del ciclista nella scelta.

Comprendo il disorientamento dei ciclisti ! In materia c’è di tutto e di più ! E’ difficile per il ciclista soprattutto inesperto, districarsi nella molteplice offerta !! Nelle foto e nel video ho ritratto  il bikefitting della Shimano e il sistema IdMatch, sistema computerizzati, molto sofisticati, a cui si aggiungono centinaia di biomeccanici che lavorano in proprio, con metodi di analisi, spesso non conosciuti. Tutti offrono un metodi di analisi della posizione in sella, ognuno con i suoi distinguo. La biomeccanica applicata al ciclismo non è una materia riconosciuta dalla legge, non è una materia riservata ai professionisti che superano un esame abilitativo o un corso universitario specifico. Ogni metodo-sistema sembra escludere l'altro, tant'è che sulla materia è stato scritto di tutto e di più. Impossibile comprendere se e quale sistema sia migliore e/o affidabile empiricamente, rispetto all'altro. Si può dire con certezza che un dato  metodo unico di rilevamento e di analisi, consente margini di errore prossimi allo zero da parte dell'operatore ? Infatti l'operatore è il limite principale di ogni sistema "biomeccanico".  Credo che la risposta sia  l'unico modo per dare una risposta alle difficoltà nella scelta e quindi di superare la vera criticità della "biomeccanica", cioè la diversa analisi dell'operatore e del suo diverso grado di incidere utilizzando un sistema. In altre parole, occorre verificare se il biomeccanico, che applica un dato sistema-metodo, lo faccia correttamente. Un errore dell'operatore biomeccanico inficia la validità di qualunque metodo-sistema. E' appena il caso di precisare che una visita biomeccanica eseguita non correttamente non solo impedisce al ciclista di pedalare ottimamente, ma soprattutto comporta danni fisici all'apparato muscolo scheletrico. E come sempre ogni produttore di sistema di analisi biomeccanica, ogni operatore del settore, invece di collaborare alla creazione di un sistema universale e affidabile, lavora per conto proprio.Nel frattempo, il mio consiglio è quello di affidarsi ai sistemi "biomeccanici" sviluppati da importanti produttori, a patto che a gestirli ci siano operatori  che lo sappiano utilizzare correttamente. Allo stesso modo consiglio, operatori "biomeccanici" di consolidata e provata esperienza.  Completo il post con la pagina dedicata alla biomeccanica  CLICCA QUI. Saluti ciclistici. 





Cosmo bike Show. La dura vita della ruota di un corridore professionista.

Durante la mia visita al CosmobikeShow 2017 ho incontrato le ruote Shimano Dura Ace C50 usate con la Bianchi Oltre XR4 taglia 47 dal corridore della Lotto Jumbo NL, Dylan Groenewegen. Che dire ! Povere ruote. Oltre alle sassate, hanno dovuto sopportare le dure frenate con tacchetti sporchi, l'usura, la pressione della lancia termica, e soprattutto quell'orribile mastice, altrimenti detto carogna e la raspa del meccanico usata per rimuoverlo parzialmente, la carogna non viene mai tutta via, salvo uso di particolari prodotti, che però richiedono tempo e di tempo i meccanici ne hanno poco dovendo installare anche 16-18 tubolari dopo ogni tappa. I team usano biciclette sofisticate, satelliti e computer di bordo, ed ancora il vetusto e sconveniente mastice, da ciclismo eroico. Notate il mastice seccato e fuoriuscito dalla gola del cerchio, oltre il tubolare. Non solo è antiestetico, ma è anche non funzionale, anzi pericoloso. Il mastice se non viene completamente rimosso, si somma, a quello già applicato e non rimosso, con l'effetto di impedire che la pancia del tubolare entri correttamente, completamente ed uniformemente nella gola del cerchio, con l'effetto di produrre una "gobba" sul battistrada. Il pericolo è l'eventuale scollamento del tubolare in curva e la non perfetta aderenza del battistrada sull'asfalto. Confrontatelo con il tubolare montato da me con il biadesivo. E adesso avete un altra prova definitiva che il mastice è stato seppellito dal biadesivo. E' appena il caso di precisare che in questo post non c'entra nulla la polemica, biadesivo o mastice, e/o tubolare o copertoncino ; ognuno sceglie quello che vuole. Lo preciso per gli esperti stile Bar e i i troll con disturbi compulsivi. Saluti ciclistici. 











martedì 19 settembre 2017

I gruppi elettronici della bicicletta e la dipendenza del ciclista.

Se penso che un sistema elettronico può annullare il piacere di cambiare il rapporto e il potere della mente di decidere quando e come farlo, mi incazzo e penso che l'uomo ha deciso di annullare la capacità di autodeterminazione per consegnarsi ad un futuro da interdetto necessitato ad una assistenza tecnologica alla stregua di un incapace. La tecnologia può tanto per l'uomo, può aiutarlo, può anche salvarlo, ma può anche renderlo incapace, e ancor peggio farlo smettere di sognare. Queste tre funzioni del sistema Di2, ma anche del sistema concorrente EPS, sono incredibili per la funzionalità, ma altrettanto limitative dell'esperienza su strada e dell'emozione-abilità. Un ciclista esperto non sa che farsene, un ciclista non esperto, usandole, non imparerà mai a pedalare, e ad essere un vero ciclista; un esperienza limitata non è un esperienza, è una non esperienza. Usate pure il vostro fantasmagorico gruppo elettronico, ma commutatelo, in modo che siate voi a decidere come cambiare, magari alla velocità massima e soprattutto a decidere di imparare a farlo, cioè a cambiare secondo il terreno e secondo le condizioni meteo e le condizioni atletiche. E ricordate che anche l'elettronica può errare, e se erra, a questo punto tanto vale che lo facciate da soli, così almeno imparerete dagli errori, e gli errori servono a questo, ma solo agli uomini, non al computer, quello lo devi resettare, aggiornare e perdere tempo a farlo, invece di pedalare. E' appena il caso di precisare che in questo post non c'entra nulla la questione cambio elettrico o cambio meccanico, ognuno sceglie quello che vuole. Superfluo osservare che i gruppi meccanici ed elettronici di oggi funzionano tutti ottimamente, purché installati e registrati da un buon meccanico ( lo preciso per evitare di fare innervosire coloro che vogliono fare polemiche sulla superata questione cambio elettronico-cambio meccanico). E' evidente che il significato del post va oltre la questione cambio elettronico, e riguarda l'annosa questione l'uomo schiavo della tecnologica. L'uomo non deve alienare la sua volontà, deve comandare la tecnologia altrimenti non solo continueremo a perdere posti di lavoro, ma non ci saranno più persone capaci di governare il mondo; le persone devono riprendersi completamente la vita.  Saluti ciclistici.


domenica 17 settembre 2017

CosmobikeShow 2017

Innanzitutto è stata la fiera dei grandi assenti, come Trek, Specialized, Giant, Pinarello, Bianchi, Scott, BMC. Il motivo apparente è che tutto è stato già presentato prima dell'estate; il motivo vero è che i grandi marchi snobbano le fiere e preferiscono fare da soli. Ora non capisco perché i marchi italiani imitino quelli americani ! Cosmobike è italiana, dunque un occasione per creare indotto e soprattutto FARE ITALIA.
Segnalo lo stand del distributore Beltrami, non solo per la degustazione gratuita di barrette energetiche e per il bar, caffè offerto ai clienti. ma soprattutto per una vasta esposizione dei marchi distribuiti, tra i quali la bicicletta di Aru e la bici crono dell'Astana. 
E' stata la fiera dell'offerta deludente, sia per novità, non è colpa di Cosmobike, ma degli americani che anticipano il mercato prima di settembre, sia per sostanza, c'è poco da inventare ancora, si è raggiunto un limite fisiologico. Ho visto molti  cloni, prodotti similari, "visto uno, hai visto gli altri", fatti alcuni distinguo. In particolare i telai aero sono quasi tutti uguali; è quasi pleonastico fare dei distinguo. Oramai c'è rimasto solo qualche forma, ad essere degna di "una copia autentica cinese", il resto si confonde. Ma v'è di più. Il mercato sta vivendo il momento decisivo, l'offerta globale non consente pause, il consumismo è il suo imperativo. In pochi sono incapaci di vederlo, ma il mercato è in crisi perché non sa come convincere i consumatori a cambiare la bicicletta da corsa, dopo avere flagellato il mercato della MTB, con la iattura delle 29 ( anche se nel campo della MTB sono arrivati al parziale dietro front). Qualcuno non è riuscito a vedere i telai di sostanza, e ce ne erano, dietro la cortina fumogena dei telai con freni a disco; per questo molti pensano, che sia finita per la bicicletta da corsa con freni cantilever ed invece NO. I produttori dovranno dimostrare con il tempo e sulla strada e non con gli spot pubblicitari e con i comunicati stampa, di avere superato  effettivamente, definitivamente ed universalmente le problematiche del freno a disco; le ricordo: 1) dissipazione del calore del disco ( il calore generato dalla frenata surriscalda il mozzo); 2) asimmetria della forza frenante ( problemi di tenuta e resistenza della forcella); 3) assenza di uno standard unificato ( uno dei motivi perché i prof non li vogliono). Il mercato mente, illude, finge, promette quello che non può ancora dare, ed intanto rimpalla sui negozianti il grande problema di gestire l'offerta  dell'enorme quantità di bici da corsa con disco, ferma nei magazzini, visto che ogni negoziante dovendo programmare le vendite, dovrebbe accollarsi le permute delle biciclette da strada con freni cantilever e soprattutto dovrebbe tentare di convincere i ciclisti a cambiare con il disco, e contemporaneamente a smaltire le biciclette da corsa cantilever.
Giusto però che chi voglia scegliere quella con i freni a disco possa farlo, come altrettanto possa fare, chi voglia usare invece quella con i freni cantilever. Insomma ognuno scelga la sua. Ma credo che i grandi produttori potrebbero non essere d'accordo, o almeno non tutti potrebbero pensarla uguale. Una cosa è certa fino a quando ci sarà la bicicletta da corsa con i freni cantilever, quella con i freni a disco non venderà abbastanza  per coprire l'investimento e trarre profitti.
Avrete notato che ho usato il condizionale. TRANQUILLI, SE VI DIRANNO CHE IL FRENO A DISCO E' GIA' UN SUCCESSO, CHE PER IL FUTURO ( QUALE ? SONO GIA' PASSATI DIVERSI ANNI DAL LANCIO !! QUANTO DEVONO ANCORA ATTENDERE ?) SARA' TUTTO DISCO, SE QUALCHE NEGOZIANTE DOVESSE DIRVI CHE IL 50-60% DELLE VENDITE SONO PER I FRENI A DISCO. ABBIATE IL DUBBIO. Nessun produttore ha mai resi pubblici i numeri certificati da un ente terzo delle vendite delle bdc con freni a disco e non lo farà mai, perché LA BICICLETTA DA CORSA CON FRENI CANTILEVER E' VIVA e non morrà. Anche se qualcuno dovesse finire per costringere i corridori prof ad usare solo freni a disco, pensando di convincere il ciclista medio, che ama imitarli, anche se dovessero dirvi che i freni a disco sono la soluzione ai problemi dei freni cantilever, sottacendo i problemi suindicati del freno a disco !! Non ci credete e continuate a scegliere liberamente e consapevolmente.  Saluti ciclistici
Appunti di lavoro raccolti in un meeting 

La dedica al blog del maestro Pippo Pozzato.

Con Falasca
Sulle storie del profilo Instagram di Pippo Pozzato 

Sonny Colbrelli
Con Andrea responsabile Italia della Prologo

...con la bici di Fabio Aru 
Con la bicicletta di Fabio Ari
Con la bicicletta di Nibali del Giro 2017
...con la bici del vincitore del Giro 2018 Tom Dumolin (ringrazio Giuliano  per lo scatto e saluto anche Mario, lettori del blog e ciclisti)



Segnalo qualche prodotto interessante trovato tra gli stand .......


















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