mercoledì 4 maggio 2016

Le Tombe Reali dei Savoia: la storia e la morte.

Scesa l'ala delle scale bianche, si trova l'Arcangelo Gabriele, la cui figura solenne, presa forma e forza dal meraviglioso marmo di Carrara, si staglia in tutta la sua fierezza, mentre umilia con l'onore delle armi, il ribelle Satana, perduto e prediletto angelo di Dio, fattosi Dio minore per superbia. La luce soffusa si irradia tenue per l'effigie Sabauda, raffigurata sul vetro della veduta, e lungo l'androne della cripta, illumina per un breve tratto, la prospettiva del corridoio segreto. Volgendo lo sguardo, il cammino segue la linea che giunge alle tombe dei reali. Dall'alto la prospettiva sarebbe quella di una croce latina allungata, arricchita da archi, chiostri, sale, al cui interno trovano riposo sessantadue sepolture di Casa Savoia. Il silenzio è ovunque e presenta la maestosità della morte, sigillata tra le tombe e le statue. Si viaggia nel tempo, tra principi e regine, infanti reali, accolti al centro del trono, dall'ultimo re di Sardegna, colui che concesse lo statuto Albertino, alla sua monarchia, mutata nel progresso della costituzione, seguendo il tempo dei cambiamenti, gridate dalle genti ed immolate nelle battaglie e nelle insurrezioni. La luce divina scrisse quella Carta solenne, coarcevo di diritti e libertà, oscure al tempo e ai regnanti, fulgido esempio di civiltà giuridica. La Fede, la Pietà, la Clemenza, la Carità e la Scienza, plasmate con il marmo bianco, corredano la prospettiva del sarcofago contenete le reali soglie, affinché esse non ne cessano l'esempio, in memoria dei Savoia. Divenuti re d'Italia, le spoglie dei successori di casa Savoia, vennero tumulate nel Pantheon, in Roma, la nuova capitale.  Un viaggio nel tempo, dona sempre emozioni; solenni immagini, di corte, mai fastose, ma gloriose, per essere state immolate nelle battaglie e nelle tragiche scelte a chi fu concesso il bastone del comando. Ma la morte non ha riguardo per nessuno e mestamente ritrae nel buio, tanta gloria e forza, affinché nessuno, possa sentirsi abbandonato per sempre alla Vita, e al peso delle scelte della corona degli uomini. Quando la porta d'ingresso, viene chiusa alle spalle, al termine della visita, si riconsegnano le stanze al silenzio del tempo, e i passi si allontanano e il loro incedere intona un eco, che giunge oltre, dove nessuno dei viventi può entrare. 
Visitate la Basilica di Superga e le tombe reali. La cultura vi ringrazierà. 
Claudio Cobiani ( ogni diritto è riservato)



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