venerdì 15 febbraio 2013

Il meccanico di biciclette dell'era moderna.

C'era un tempo dove la bicicletta appariva come un semplice ed "ingenuo" mezzo di trasporto e per la competizione sportiva. Oggi la tecnologia ha sviluppato e commercializzato prodotti sempre più complessi e delicati, che richiedono cura e precisione nell'assemblaggio e nella manutenzione. Pertanto il meccanico si è dovuto adeguare al progresso dell'industria delle due ruote silenziose. E piano a piano è cambiata l'attrezzatura necessaria per lavorare bene e senza rischio di rotture: come per esempio le chiavi dinamo metriche. Ricordo quando la Campagnolo, dopo il perno quadro, che la fece da padrone per molti anni, introdusse nel mercato una guarnitura rivoluzionaria, frutto di un progetto ingegneristico di livello superiore come nel caso del perno Ultra Torque, sistema meccanico derivato dall'esperienza motoristica degli accoppiamenti degli assi di rotazione e degli alberi motori, ossia il giunto Hirth; ebbene le prime guarniture Campagnolo destarono panico tra i meccanici, per un semplice motivo. Essi erano abituati a montare il semplice perno quadro nella scatola del movimento centrale, già sigillato senza possibilità di errore nel montaggio. Molti meccanici, per non parlare dei ciclisti fai da te, non seguivano le indicazioni tecniche fornite dalla casa madre circa il montaggio. E così inevitabilmente, molti cuscinetti finirono macinati, a causa di un errato serraggio, talune volte, praticato addirittura con un paletto, o altre volte con chiavi inappropriate, in quanto non dinamo metriche. La colpa venne ingiustamente scaricata sul prodotto. E molti passarono alla concorrenza. Il tempo fece giustizia di tanta menzogna e tanta negligenza professionale e la guarnitura Ultra Torque della Campagnolo, venne apprezzata per le sue qualità indiscusse di scorrevolezza e rigidità, oltre di facilità di manutenzione. In buona sostanza il meccanico oggi è costretto a studiare per tenersi aggiornato. Il meccanico moderno deve consultare con attenzione i manuali pubblicati dai produttori, prima di passare alla pratica. E' questo uno dei criteri da seguire per sceglierli. Non nascondo di avere conosciuto molti meccanici; di averli osservati con attenzione e valutati. Mi serviva un meccanico che avesse un approccio scientifico con la macchina; un meccanico che amasse il mestiere e avesse cura della macchina del cliente; un meccanico che fosse informato sulle caratteristiche del prodotto. Un meccanico che non pensasse di giustificare la sua imperizia con bugie. Confesso di essere un cliente esigente, in quanto informato. Sul punto, occorre fare una premessa. Non tutti i ciclisti sono uguali, anche nell'approccio del mezzo e nella sua gestione. C'è quello che pensa solo a fare le gare e per lui ogni bicicletta va bene e non si accorgerebbe nemmeno di avere i mozzi bloccati; c'è quello che invece quando esce con la macchina non deve sentire alcun rumore. Ebbene nel secondo caso c'è bisogno di un meccanico preparato e meticoloso. Basterà questo esempio per comprendere meglio la questione. Il taglio del canotto della forcella. E' uno dei casi in cui è possibile valutare la preparazione di un meccanico. Il pensiero comune è che la forcella vada tagliata in modo che il tappo del serraggio della forcella, scompaia all'interno dell'attacco manubrio e che l'attacco stesso finisca direttamente sulla forcella. Insomma a filo, o in altre parole senza spessori sotto e sopra. Addirittura è un punto di arrivo del ciclista, anzi uno motivo per distinguersi con fanatismo. Tuttavia la verità è un altra. Occorre necessariamente praticare irreversibile della forcella, lasciando almeno 5 mm di spessori sotto e sopra l'attacco; come allo stesso modo, non vanno lasciati troppi spessori. In buona sostanza, occorre mantenere una distanza massima e minima. Questo accorgimento tecnico è consigliato dai produttori per motivi di sicurezza e per non compromettere le prestazioni. Allo stesso modo è fondamentale il taglio del tubo forcella, e mi riferisco alle modalità e alle attrezzature utilizzate. Ho visto usare seghetti consumati e praticare tagli irregolari, che alla fine incidono sulla tenuta del serraggio. Insomma ho "collezionato " nella memoria molti interventi meccanici maldestri. Ma il meccanico giusto lo si riconosce anche dalle cose più semplici. Quante volte la parte inferiore della scatola del movimento centrale, finisce graffiata, perché i meccanici appoggiano la macchina sul cavalletto, senza avere l'accortezza di mettere prima un panno, in modo da evitare il contatto diretto e quindi lo sfregamento della vernice !! Insomma occhio al meccanico, perché se è vero che le macchine di oggi sono costose e complicate, è pur vero,che i meccanici devono essere all'altezza. Confesso che sono esigente. Avevo bisogno di un meccanico da formula 1 come dico io. Uno che studiasse, tanto da chiamarlo dottore. Uno che fosse meticoloso. Uno che non mi mentisse. E vi confesso anche che il suo test non finisce mai. E il dottor Falasca lo sa.  











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