lunedì 14 dicembre 2015

Fratelli di salita. Fratelli d'Alpi.

Pedalare in montagna è cosa diversa; non tutti possono farlo, per condizione fisica e mentale. Quando si ha la condizione per salire fino al passo, insieme a compagni di avventura, allora tutto diventa eroico e si scrive una pagina di "battaglia" contro i propri limiti; una pagina da leggere dentro di se, o raccontare, davanti al cammino acceso, mentre fuori, scende la neve o la tempesta imperversa. Nel mio pedalare per montagne, ho diviso la strada con valenti ciclisti, che uso chiamare fratelli di salita. Il legame sportivo che ti unisce a lui è unico, indelebile. In pratica, si pedala affianco l'uno all'altro, si cadenza il ritmo, come se fosse lo stesso meraviglioso accordo musicale; si pedala all'unisono. E' il fratello, quello che parla, incita e aiuta nei momenti di difficoltà. Ogni pedalata in altura, vale doppio, anzi triplo, e con il tempo, si acquista una forza fisica, ma soprattutto  mentale, utile persino nella vita quotidiana. In montagna non si può fingere o essere degli opportunisti; è una selezione naturale; si divide tutto, persino il silenzio, e il successo conquistato scollinando il passo. Il fratello di salita non si abbandona, MAI. Non esiste il tempo di ascesa migliore, esiste il tempo che fai con lui, con il quale dividi la strada. Arrivare sul passo è indimenticabile; terminata la fatica (e tutti faticano), c'è il silenzio, e il cielo così vicino, che ti sembra di toccarlo con un dito; e poi, l'abbraccio delle vette, i sorrisi, la stanchezza, il dividersi persino la barretta, spesso donata a chi non ce l'ha più;  e la testa sembra vuota e il respiro è più gravoso, per la difficoltà di farlo in altitudine. Quell'essere felice sul passo, è indimenticabile, è una tacca incisa sulla via dei ricordi.  Ecco potrei scrivere molto ancora, ma preferisco compendiare, le mie esperienze in altura, in queste parole, dedicate all'amata montagna e ai fratelli di salita. Con dedica a chi, nel tempo, ha diviso con me, le salite alpine. Ovunque voi siate, fratelli di salita, segnalate la vostra presenza. Lancio un hashtag #fratellidisalita Se penso che i ciclisti dopati per pedalare in quota hanno bisogno di drogarsi, mi viene da ridere. Altro che doping ! I #fratellidisalita hanno bisogno di montagne. 

Mi piace concludere questo post, con questa mia piccola poesia.
Cieli infiniti, cattedrali di rocce, laghi custoditi dalle vette, in un silenzio sacro, ovunque si ode l'inno alla bellezza. La montagna è il punto più alto della terra, lassù tutto è diverso, è più vero. La spirale d’asfalto che conduce sulla vetta, è la via crucis dell’anima, la forza contraria che tempra i muscoli e stringe il cuore. Alla montagna non si può mentire, non ci si può rivolgere con la parola, ma solo con il pensiero. La montagna è silenzio e  tributo. La montagna è purezza; monda lo spirito, eleva l’anima a Dio. Sublima il sacrificio del ciclista: ogni goccia di sudore è un dono prezioso, fatto di sacrifici ed allenamenti; ogni affanno è un sospiro dell’anima, consuma l’esistenza. Il ciclista sulla strada di montagna è libero e forte; ascolta il vento, che si fa eco e sibilo, finanche voce divina. La montagna è solitudine. Tutto quello che accade durante l’ascesa è unico, immortale e prezioso. Quello che unisce la montagna, nessuno può cancellarlo. La montagna rende umili e veri. Che meravigliosa ed eroica azione è pedalare sul crinale, lungo impervie strade montane. L’alea sacra ammanta di colori forti la figura silente del ciclista. Pedalare in una fusione di gesti e di respiri; i fratelli guerrieri si consumano nella stessa fatica, sorridono nella stessa gioia, un solo successo. Fratelli di montagna, fratelli di  salita.
Dall'album dei ricordi dei #fratellidisalita .........








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